ISOLA DEL GIGLIO
Escursione in giornata da Castiglione della Pescaia
Come promesso, eccoci oggi a parlare della seconda isola dell’arcipelago toscano che potrete visitare in giornata con una escursione che parte dal porto di Castiglione della Pescaia ubicato a soli 11KM DAL Campeggio Principina.
Sto parlando dell’isola del GIGLIO il cui nome rievoca l’antica presenza di capre derivando infatti dal greco Aegilium che significa appunto capre.
Con i suoi 21 kmq di estensione per una lunghezza di 8,3 km e una larghezza di 4,7 km. è la seconda isola più grande dell’Arcipelago Toscano
La storia dell’Isola del Giglio nasce tra 4,5 e 5 milioni di anni fa. Fu abitata sin dall’età della Pietra, come dimostrano alcune punte di frecce trovate nell’Isola e risalenti al periodo eneolitico.
Dopo l’insediamento degli etruschi, l’Isola del Giglio visse uno dei momenti di maggior splendore sotto il dominio Romano della Famiglia dei Domizi Enobardi.
Dal 1264 l’Isola del Giglio fu gestita dai Pisani, ai quali si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello, ed in seguito al matrimonio di Margherita degli Aldobrandeschi con Nello Pannocchieschi passò a quest’ultimo. Con le seconde nozze di Margherita con un suo consanguineo, il Papa Bonifacio VIII nel 1303 tolse il feudo a Margherita per assegnarlo a Goffredo Caetani.
Successivamente a causa del matrimonio di una Caetani con un Orsini, il Giglio divenne proprietà della famiglia Orsini. Poi l’Isola passò di nuova mano nel 1460 quando divenne proprietà della famiglia Piccolomini di Siena. Nel 1559 fu acquistata da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I Medici, alla morte della quale venne inclusa nel Granducato di Toscana.
Nel XVI secolo, con l’espansione dell’impero Turco, il Giglio conobbe il suo periodo più buio. Fu oggetto infatti di continue incursioni e scorribande da parte dei pirati barbareschi arabi e nord-africani. Rimasta impressa nella memoria fu quella condotta da Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa che nel 1544 rase al suolo il paese e deportò come schiavi ben 1000 dei 1200 gigliesi. A Giglio Campese si può ammirare la Torre Medicea del XIII secolo, nucleo centrale della resistenza dell’Isola all’assalto tunisino del 18 novembre 1799. Questo segnò la fine delle incursioni barbaresche nonché l’eroica vittoria dei Gigliesi contro i “Tunesini”.
Da questo momento iniziò un periodo più tranquillo che favorì una ripresa economica e demografica nonché l’inizio dello sfruttamento minerario con l’apertura delle cave di granito. Solo in seguito alla chiusura della miniera del franco del 1962 ebbe inizio l’attuale realtà che caratterizza l’Isola del Giglio come una meta turistica di rara bellezza.
Oggi l’isola vanta uno dei patrimoni naturalistici più interessanti dell’arcipelago Toscano. Le sue spiagge più rinomate sono sulla costa est l’Arenella, le Cannelle e le Caldane. A nord-ovest c’è invece Campese la spiaggia più ampia dell’isola.
Le acque del Giglio sono trasparenti con fondali ricchi di posidonia, cavallucci marini, spugne azzurre, gorgonie rosse e gialle…un paradiso per gli amanti del diving.
Tre sono i centri abitati con maggiore concentrazione di popolazione; Giglio Porto, Giglio Castello e Campese.
Una strada stretta e tortuosa porta da Giglio Porto al suggestivo borgo di Giglio Castello ubicato a quota 405 metro slm. Trattasi di un antico borgo medievale la cui atmosfera è rimasta intatta nel tempo. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare. È a tutt’oggi pressoché intatto nel suo interno: Le vie strette sono spesso sormontate da archi e vantano la presenza dei ”balzuoli” scale esterne per accedere ai piani superiori. Sulla Piazza XVIII Novembre domina la Rocca Aldobrandesca, imponente costruzione difensiva. Da non perdere anche una visita alla Chiesa San Pietro Apostolo che ospita il “tesoro” di Papa Innocenzo XIII, il crocefisso di avorio del Giambologna ed il reliquiario con il braccio di San Mamiliano patrono dell’isola.
E dopo aver fatto una bella camminata per il borgo non perdete l’occasine di assaggiare il tipico piatto locale; coniglio selvatico alla cacciatora, cucinato con pomodoro, spezie che crescono nel fitto della macchia mediterranea e un po’ di peperoncino che non può mai mancare.
Giglio Campese è situato sul versante ovest dell’Isola al centro di una incantevole baia che è incorniciata dal faraglione (uno scoglio monolitico che emerge per circa 20 metri) sulla sinistra e dalla punta del fenaio (punta nord dell’isola con omonimo faro) sulla destra.Simbolo del Campese è l’imponente Torre medicea che fu costruita nel 1700 per controllare la pesca alla secca. La spiaggia di Campese, che è la più grande dell’isola, ha una sabbia granulosa di colore rosso scuro ed un fondale che scende velocemente.
La giornata sta per terminare ed il vostro traghetto riparte da Giglio Porto pertanto prima di salutare questa piccola perla del Mediterraneo non mancate di godere di questo angolo pittoresco dalle case multicolori che si affacciano su di un mare di una limpidezza impensabile per un porto. Qui potrete approfittare per comprare qualche souvenir nei piccoli negozi e nelle botteghe artigianali , oppure bervi un aperitivo prima di ritornare sulla terraferma.
Forse un solo giorno non vi sarà sufficiente per fare tutto ma, qualora decideste di trattenervi più a lungo, sappiate che l’offerta di alberghi e bed and breakfast non manca di certo.
Vi ringrazio per seguire la nostra pagina su fb e sul nostro sito https://www.principinacampeggio.it/04blog--news dove troverete tanti spunti interessanti per rendere la vostra vacanza in Maremma davvero I N D I M E N T I C A B I L E
Sto parlando dell’isola del GIGLIO il cui nome rievoca l’antica presenza di capre derivando infatti dal greco Aegilium che significa appunto capre.
Con i suoi 21 kmq di estensione per una lunghezza di 8,3 km e una larghezza di 4,7 km. è la seconda isola più grande dell’Arcipelago Toscano
La storia dell’Isola del Giglio nasce tra 4,5 e 5 milioni di anni fa. Fu abitata sin dall’età della Pietra, come dimostrano alcune punte di frecce trovate nell’Isola e risalenti al periodo eneolitico.
Dopo l’insediamento degli etruschi, l’Isola del Giglio visse uno dei momenti di maggior splendore sotto il dominio Romano della Famiglia dei Domizi Enobardi.
Dal 1264 l’Isola del Giglio fu gestita dai Pisani, ai quali si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello, ed in seguito al matrimonio di Margherita degli Aldobrandeschi con Nello Pannocchieschi passò a quest’ultimo. Con le seconde nozze di Margherita con un suo consanguineo, il Papa Bonifacio VIII nel 1303 tolse il feudo a Margherita per assegnarlo a Goffredo Caetani.
Successivamente a causa del matrimonio di una Caetani con un Orsini, il Giglio divenne proprietà della famiglia Orsini. Poi l’Isola passò di nuova mano nel 1460 quando divenne proprietà della famiglia Piccolomini di Siena. Nel 1559 fu acquistata da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I Medici, alla morte della quale venne inclusa nel Granducato di Toscana.
Nel XVI secolo, con l’espansione dell’impero Turco, il Giglio conobbe il suo periodo più buio. Fu oggetto infatti di continue incursioni e scorribande da parte dei pirati barbareschi arabi e nord-africani. Rimasta impressa nella memoria fu quella condotta da Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa che nel 1544 rase al suolo il paese e deportò come schiavi ben 1000 dei 1200 gigliesi. A Giglio Campese si può ammirare la Torre Medicea del XIII secolo, nucleo centrale della resistenza dell’Isola all’assalto tunisino del 18 novembre 1799. Questo segnò la fine delle incursioni barbaresche nonché l’eroica vittoria dei Gigliesi contro i “Tunesini”.
Da questo momento iniziò un periodo più tranquillo che favorì una ripresa economica e demografica nonché l’inizio dello sfruttamento minerario con l’apertura delle cave di granito. Solo in seguito alla chiusura della miniera del franco del 1962 ebbe inizio l’attuale realtà che caratterizza l’Isola del Giglio come una meta turistica di rara bellezza.
Oggi l’isola vanta uno dei patrimoni naturalistici più interessanti dell’arcipelago Toscano. Le sue spiagge più rinomate sono sulla costa est l’Arenella, le Cannelle e le Caldane. A nord-ovest c’è invece Campese la spiaggia più ampia dell’isola.
Le acque del Giglio sono trasparenti con fondali ricchi di posidonia, cavallucci marini, spugne azzurre, gorgonie rosse e gialle…un paradiso per gli amanti del diving.
Tre sono i centri abitati con maggiore concentrazione di popolazione; Giglio Porto, Giglio Castello e Campese.
Una strada stretta e tortuosa porta da Giglio Porto al suggestivo borgo di Giglio Castello ubicato a quota 405 metro slm. Trattasi di un antico borgo medievale la cui atmosfera è rimasta intatta nel tempo. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare. È a tutt’oggi pressoché intatto nel suo interno: Le vie strette sono spesso sormontate da archi e vantano la presenza dei ”balzuoli” scale esterne per accedere ai piani superiori. Sulla Piazza XVIII Novembre domina la Rocca Aldobrandesca, imponente costruzione difensiva. Da non perdere anche una visita alla Chiesa San Pietro Apostolo che ospita il “tesoro” di Papa Innocenzo XIII, il crocefisso di avorio del Giambologna ed il reliquiario con il braccio di San Mamiliano patrono dell’isola.
E dopo aver fatto una bella camminata per il borgo non perdete l’occasine di assaggiare il tipico piatto locale; coniglio selvatico alla cacciatora, cucinato con pomodoro, spezie che crescono nel fitto della macchia mediterranea e un po’ di peperoncino che non può mai mancare.
Giglio Campese è situato sul versante ovest dell’Isola al centro di una incantevole baia che è incorniciata dal faraglione (uno scoglio monolitico che emerge per circa 20 metri) sulla sinistra e dalla punta del fenaio (punta nord dell’isola con omonimo faro) sulla destra.Simbolo del Campese è l’imponente Torre medicea che fu costruita nel 1700 per controllare la pesca alla secca. La spiaggia di Campese, che è la più grande dell’isola, ha una sabbia granulosa di colore rosso scuro ed un fondale che scende velocemente.
La giornata sta per terminare ed il vostro traghetto riparte da Giglio Porto pertanto prima di salutare questa piccola perla del Mediterraneo non mancate di godere di questo angolo pittoresco dalle case multicolori che si affacciano su di un mare di una limpidezza impensabile per un porto. Qui potrete approfittare per comprare qualche souvenir nei piccoli negozi e nelle botteghe artigianali , oppure bervi un aperitivo prima di ritornare sulla terraferma.
Forse un solo giorno non vi sarà sufficiente per fare tutto ma, qualora decideste di trattenervi più a lungo, sappiate che l’offerta di alberghi e bed and breakfast non manca di certo.
Vi ringrazio per seguire la nostra pagina su fb e sul nostro sito https://www.principinacampeggio.it/04blog--news dove troverete tanti spunti interessanti per rendere la vostra vacanza in Maremma davvero I N D I M E N T I C A B I L E